Terremoto: parliamo di solidarietà, speranza e ricostruzione
Terremoto in Italia centrale. Al di là del pessimo giornalismo offerto da alcuni media italiani non rimane che la solidarietà nei confronti di chi ha perso tutto. Sperare nella rapida ricostruzione è lecito ma pensiamo anche all'inverno che si avvicina.
Terremoto nel centro Italia. Centinaia di vittime ai cui familiari qualcuno dovrà spiegare perché le loro case si sono sbriciolate come biscotti. Centinaia di sfollati che hanno perso tutto e dovranno ricominciare le loro vite da zero.
Ai giornalisti non rimane che il triste ed arduo compito di narrare - si spera con accortezza, rispetto e gentilezza - la catastrofe che è accaduta.
Si spera sempre che i colleghi possano andare con i piedi di piombo e umiltà e, invece, talvolta, si sentono domande ai sopravvissuti che fanno rabbrividire e vergognare un po'. Cosa si domanda a fare "cosa prova adesso?" ad una persona che ha perso casa, amici e familiari in circa 1 minuto? Che risposta si vorrebbe ottenere?
Certe domande non andrebbero mai poste. Evidentemente chi le pone non ha idea della tragedia e ha deciso solamente di cercare lo scoop facile condito di tante lacrime e tristezza. Quelle lacrime e quel sangue che sono, purtroppo, tra le prime regole del giornalismo italiano. Senza rispetto delle persone e della loro disperazione.
E non parliamo di super-esperti pronti a comparire davanti le telecamere per ribadire ciò che evidente ossia che non si può prevedere, almeno fino ad ora un terremoto. Stendiamo un velo pietoso su quei politici - le cui dichiarazioni neanche riportiamo - che approfittano del terremoto per fare campagna elettorale e per fare polemica contro i migranti.
Politici che, invece di trovare soluzioni, sommano disperazione a disperazione. Vergognoso. L'Italia è diventato un Paese di cinici avvoltoi pronti a tuffarsi nella disperazione della gente invece di proporre soluzioni per cui ottengono lauti stipendi e moltissimi privilegi.
A noi non rimane che la solidarietà che la gente comune ha per la gente comune. Inviare messaggi sms al 45500 per sostenere le attività della Protezione Civile. Sostenere come ci è possibile la Croce Rossa e le Associazioni di volontariato che sono accorse sui luoghi della catastrofe.
Si deve pretendere dai signori della politica una soluzione soddisfacente per gli sfollati in quanto l'inverno si avvicina e centinaia di persone non potranno vivere nelle tendopoli. Qualcuno parla già di radere tutto al suolo e di ricostruire. Invito alla riflessione prima di parlare. Ci sono tante persone che hanno davvero bisogno in questo momento.
A ben guardare l'Aquila e il terremoto in Emilia Romagna non è che si sia ricostruito tanto e bene. Sembra che anche alcuni terremotati dell'Irpinia (1980) del Belice (1968) e del terremoto di Messina (1908) siano ancora in attesa.
Scrivere ancora di dolore e di disperazione mi sembra superfluo. Voglio parlare di speranza e di tanta brava gente che aiuta chi è stato meno fortunato immergendosi in una tristezza che diventa subito la loro. Complimenti.
Preferisco gli "angeli" sul posto a dei personaggi vuoti e inutili seduti nei salotti televisivi.
Staff
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