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La morte del proprio animale domestico, cane o gatto, può essere considerata un vero e proprio lutto da elaborare. Chiunque abbia avuto un amico peloso in casa può capire il senso di questo articolo. Chi pensa che gli animali siano solo "bestie" può anche non leggere.





Un mese fa, proprio il 29 marzo, moriva il chihuahua Mathis. Per me molto più di un semplice cane o un animale domestico. Era un compagno di giochi e una riserva inesauribile di coccole e benessere.

La sua morte è ancora un evento traumatico, devastante a livello emotivo. La sensazione di vuoto incolmabile che ha lasciato è quella di un mese fa. La sua forte "presenza" nella casa è oggi accentuata dalla sua assenza.
Un vero e proprio lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia.

Chiunque abbia un animale domestico e gli sia davvero molto affezionato potrà comprendere queste parole. Chiunque, pensi, invece, che gli animali domestici siano solo bestie non potrà comprendere e magari ne riderà come quelle persone superficiali che ti dicono: "eh va beh, era solo un cane. Prendine un altro".

Non è così facile e non funziona così.




Il piccolo Mathis è stato portato via da una malattia improvvisa e fulminea. Un male al fegato che in pochi giorni, forse una settimana, me lo ha strappato dalle mani.

In quei giorni, e in quelle notti, è stato un continuo correre da veterinari. Visite e medicine. Un continuo estenuante tentativo di salvarlo. Inutilmente.
E mentre io fremevo e annaspavo e non sapevo cosa fare alcuni veterinari pensavano solo a fare cassa. 
Mentre il mio cucciolo era ad un passo dalla morte, come si è poi verificato, il loro pensiero era solo "ricoveriamolo 3 giorni: sono 700 euro".

L'ultima notte della sua breve vita (neanche 4 anni ) Mathis è stato preso in custodia da un veterinario. E non l'ho più visto vivo.
Il medico, mentre io chiedevo di riportarmi il cagnetto, che almeno non morisse da solo e spaventato, ha pensato bene di farmi perdere tantissimo tempo per calcolare preventivi assurdi: "ricoveriamolo 5 giorni per 1300 euro. Costiamo più degli altri ma siamo più fighi".
5 giorni di ricovero? Mathis probabilmente era già morto.

E, infatti, pochi minuti dopo la "proposta" di ricovero (per chi? per un cane morto? Perché questa proposta di ricovero per un cane visibilmente in fin di vita?) mi è stato riconsegnato il corpicino esanime del mio amico pelosone.
E in questo triste e doloroso frangente sono stato invitato ad andare in cassa per pagare la visita. 

Senza cuore, senza umanità, senza alcun rispetto per il momento doloroso della perdita.




Sebbene io avessi chiesto più e più volte di riavere e rivedere il mio cane vivo non mi è stato concesso; mi è stato impedito. La scusa è stata, neanche fosse un episodio del "Dottor House", "c'è una intera équipe medica che sta visitando il cane". 
Una équipe medica alle 2 di notte che visita un chihuahua in fin di vita? Ma dai.
Il veterinario ha cercato, facendo leva sulla mia paura, di farmi accettare un preventivo pur sapendo entrambi (sia lui sia io) che il cane non sarebbe sopravvissuto una notte. Come è accaduto.

Di certo c'è che il mio cane non l'ho più visto vivo e questo è il mio più grande rammarico e il mio più grande senso di colpa. Dovevo tenerlo con me e farlo sentire amato e al sicuro fino all'ultimo momento e, invece, l'ho affidato a persone senza cuore che pensavano solo al fatturato. Non potrò perdonarmi per questo.

D'altro lato, il senso di colpa, è un fatto riscontrato in moltissimi casi di morte dell'animale domestico. Cosa scegli: lo porti dal veterinario o lo tieni a casa? In ogni caso ci si sentirà in colpa (oltre a un continuo senso di impotenza) per la sua morte.

Ciò che dispiace è il comportamento di questo ultimo veterinario: il rifiuto assoluto di riportarmi il cane nonostante le richieste, il "non me lo riportare ormai morto" e il tentativo davvero spietato di ricoverare un cagnetto senza speranza di vita. Bastava solo riportarmelo.
Ho pagato la fattura che mi è stata presentata ed il mio cane è morto da solo. Ci penso da un mese. 




Ci sono stati altri veterinari, però, in quella settimana di visite e rincorse e tentativi. Persone simpatiche, normali, con un grande cuore.
Hanno curato il mio patatone con gentilezza e affetto. Ogni giorno, ogni momento.
Telefonate e richieste di informazioni: "come sta oggi? Ci vediamo pomeriggio". 
Dall'ultimo veterinario, da cui sono andato per estrema necessità, ci si aspettava solo gentilezza e amore per gli animali. Sapevo già che non c'era speranza ma la gentilezza non dovrebbe venire mai meno in certe situazioni.

La gentilezza, l'amore per gli animali, il rispetto per l'animale che soffre fanno bene anche al suo padrone che, nella maggior parte dei casi, come me del resto, non sa cosa fare e farebbe di tutto (e pagherebbe qualsiasi cifra) per salvare il proprio amico. 




Il mio Mathis non c'è più. Questo è il dato concreto. L'ho cercato in ogni angolo della casa. Mi aspetto le sue feste quando rientro da lavoro, i suoi giochi, le sue continue richieste di coccole e di abbracci.
Forse il tempo lenirà il dolore.

I cani, i gatti, i coniglietti, non sono solo bestie. Ciò che un animale domestico rappresenta per ognuno di noi è lo specchio di ciò che noi siamo. 





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