Ogni anno lo stesso triste copione: si va in vacanza e l'amico peloso si abbandona. Sui social network ci sono centinaia di gruppi che pubblicano annunci di cani e gatti, cuccioli e adulti, abbandonati in strada o, terribile, gettati nei cassonetti dentro i sacchetti per la spazzatura.
C'è un esercito di persone, tra membri di associazioni animaliste e volontari, che cercano in tutti i modi una nuova casa per gli amici pelosi che sono stati abbandonati. Basta fare una ricerca che si trovano di tutte le razze e di tutte le età.
Ci sono anche casi di persone che non riescono più per motivi economici - ad esempio - a prendersi cura dei loro pelosoni (tra spese veterinarie, cibi, snack, vestitini, cucce e antiparassitari e vaccini i costi possono essere alti); ci sono casi in cui il padrone muore e il cane rimane senza famiglia.
Non sempre, insomma, l'animale viene abbandonato. Per lui, però, si spalancano le porte del canile.
Un trauma per l'animale che abbia vissuto in famiglia e che si ritrovi in gabbia.
Al di là del fatto che abbandonare il proprio cane sia un fatto mostruoso e incomprensibile (sarebbe come abbandonare un membro della famiglia) rimane il fatto che questo accade e accade troppo spesso.
Forse perché adulti irresponsabili e immaturi credono che il cane rimarrà cucciolo per sempre o perché l'hanno regalato al figlio capriccioso per Natale. Avere un cane o un gatto o un altro animale domestico è un atto di responsabilità e non si può abbandonare quando cresce o non si vuole più. E' un atto vergognoso.
Ci sono anche casi, però, in cui il cane viene adottato da famiglie volenterose e pronte al sacrificio ma viene restituito. Casi limite in cui, però, il volontario o la persona che ha curato l'adozione ha omesso volontariamente di dire all'adottante tutta la verità riguardo la storia del cagnolino.
Se un cane, ad esempio, fosse vissuto 4-5 anni in giardino (senza cure da parte di umani) e fosse stato "usato" (sì, usato è il verbo giusto), solo per produrre cuccioli da vendere, allora sarebbe davvero durissima per l'adottante riuscire a gestire il cagnolino.
Difficile perché il cagnolino non conosce la vita in appartamento, non conosce i rumori e gli odori della città, non si fida degli essere umani (magari è stato maltrattato), morde e si difende come può.
Un tale comportamento potrebbe esasperare l'adottante che si sentirà - in un certo senso - ingannato.
Chiunque dia un cane o un gatto in adozione, per garantirne il benessere nella nuova famiglia, dovrebbe anche dare tutte le informazioni all'adottante. In assenza di informazioni la vita della famiglia che accoglie sarà - probabilmente - scombussolata senza rimedio che non sia quello di rimandare indietro il cane - dopo aver pagato quote e rimborsi spese sostanziosi (in alcuni casi non documentati).
I cani e i gatti, e gli amici animali, insomma, non si abbandonano. Se ciò accadesse, però, chiunque si occupi dell'adozione dovrà fornire informazioni accurate e complete a chi adotta.
Il cane adottato che dovesse essere restituito (nonostante l'impegno dell'adottante), altrimenti, rischierebbe un altro ingiusto trauma.
Staff
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