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I giorni passano ma a Roma si discute ancora se il coprifuoco debba essere spostato alle 23. Intanto dall'India si continua ad arrivare con facili trucchetti. I virologi e gli "scienziati" siano cacciati via dalle trasmissioni tv: basta con gli inutili allarmismi.


Riapriamo tutto. Il lavoro deve essere garantito a tutti: non è giusto e non è equo che alcuni ristoranti e bar dotati di plateatico o di giardino esterno possano lavorare - anche se solo fino alle 22 - mentre tutti gli altri debbano stare chiusi.

E mentre gli italiani sono costretti in casa, a non poter uscire, a non poter lavorare tantissimi indiani - durante programmi tv di approfondimento giornalistico - ammettono candidamente che riescono a rientrare dall'India grazie a certificati falsi di tamponi negativi oppure passando da Dubai o dalla Turchia.

Da ricordare come in India ci sia una temibile variante del Covid e la diffusione di questa nel nostro paese, per controlli poco efficaci, sarebbe veramente un problema enorme. Al momento si registrano pochi casi.

A Terracina, dove si trova una grande comunità indiana, ci sono già molti contagi. E i contagiati sono in quarantena niente poco di meno che allo Sheraton Covid Hotel. Allo Sheraton. Però1

Tantissimi italiani sono costretti a non lavorare, a fare debiti e non avere un soldo in tasca mentre gli indiani che vengono beccati al rientro in Italia vanno in hotel di lusso. Deve essere una quarantena davvero dura da sopportare.




E a Roma si discute, da settimane, se il coprifuoco possa essere spostato dalle 22 alle 23. Una assurdità. Bisogna cancellare il coprifuoco in quanto è una limitazione della libertà personale non suffragata da motivazioni scientifiche. L'articolo 16 della Costituzione vieta di limitare la libertà delle persone per ragioni politiche (citiamo: "Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche").

Le temperature si sono alzate, siamo ormai a metà maggio. E' ovvio che i coronavirus perdono efficacia per cui il miglioramento nei dati dei contagi possono essere un fatto normale, fisiologico.
Con la stagione calda i virus allentano la morsa per poi ripresentarsi in autunno. Vedremo se, almeno il prossimo autunno, riusciremo a non avere ancora gli stessi problemi.

Bisogna dare a tutti la possibilità di lavorare e tornare ad una vita normale. Tanti imprenditori, che non hanno visto ristori seri e sufficienti, sono finiti nelle mani di strozzini e usurai.

Siamo in primavera inoltrata e l'impressione è che non ci sia nulla di pianificato. Pare si vada sempre alla giornata, senza progetto, senza idee chiare.
Dovremmo già discutere di settembre, della riapertura delle scuole, di sicurezza sui trasporti pubblici, di come tenere aperti i locali e far lavorare la gente tranquillamente.

Invece chi governa sta ancora discutendo di ciò che ormai dovremmo sapere: del coprifuoco alle 22 o alle 23, di come far riaprire le attività commerciali, di come organizzare il turismo per la stagione estiva. Certezze, insomma, non ce ne sono eppure giugno è vicinissimo.

Coraggio: i nostri politici non hanno coraggio. Quel coraggio che contraddistingue l'azione politica in Spagna e in Grecia - già pronte a soffiarci tutti i turisti stranieri specie russi, tedeschi e americani - e l'azione politica in Germania e Gran Bretagna.

In Italia non si riesce a decidere. Per decidere su ogni sciocchezza i signori politici - che non hanno ridotto di un centesimo i loro lauti stipendi - lasciano passare settimane e settimane e, intanto, migliaia di imprenditori, di lavoratori, di partite iva non sanno più come andare avanti.

E basta con i virologi in tv e sui media che spargono terrore. Sia detto ai cittadini se detti virologi o "scienziati" (come alcuni amano definirsi) siano sotto contratto di consulenza o altro con case farmaceutiche.

Serve una comunicazione chiara e bisogna smetterla con le discriminazioni tra lavoratori e, soprattutto, basta giocare con le parole.
Riaperture per non riaprire non servono a nessuno. Vero è che c'è la pandemia (gestita male da più di un anno) ma non possono pagarne il prezzo sempre imprenditori e lavoratori.

Lavoratori a casa, attività chiuse ma a migliaia di tifosi dell'Inter è stato consentito un mega assembramento a Milano per festeggiare lo scudetto: niente mascherine, niente distanziamento.
E allora le regole valgono solo per chi le rispetta o solo per quelli che hanno una bottega perché con loro è facile fare cassa? Perché non multavano i tifosi?


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