Diciamo la verità, da decenni gli studenti vengono strumentalizzati dalla politica per inviare messaggi. Adesso poche decine di alunni delle scuole, ripresi dalle telecamere (chi ha avvisato i giornalisti?) mentre stanno seduti fuori da una scuola a leggere due pagine di libro, vogliono far credere che tutti gli studenti vogliono tornare in classe.
A far da contraltare a questi validi studenti ci sono anche quelli che, candidamente, hanno ammesso che vogliono tornare a scuola per fare l'intervallo con gli amici.
Ci sia detto se i genitori dei pochi volenterosi ripresi dalle telecamere (pochi rispetto a tutta la popolazione scolastica) o se loro stessi (alcuni intervistati in tv sembrano piuttosto grandicelli) facciano politica attiva e in quale partito.
Quando ero giovane io, i più impegnati erano tutti politicizzati. Erano tutti dell'ultima classe e i genitori erano profondamente interessati alla politica.
Ma non perché non possa esser vero che una parte dei ragazzi voglia tornare a scuola. Anzi, ne siamo sicuri che - specie nei Licei - ci siano ragazzi volenterosi che vogliano tornare tra i banchi.
Siamo anche sicuri, però, che non siano la maggioranza degli studenti. A tanti piace stare senza far nulla: a giocare con i videogames e stare sui social (ma se lo fanno anche in classe!!!).
Perché? Perché giovani lo siamo stati tutti e un punto di ritrovo per vederci l'abbiamo sempre trovato. La socializzazione per i giovani non passa solo da scuola. Una motoretta, noi, l'avevamo tutti e più o meno riusciamo a spostarci. E noi, da giovani, non avevamo gli smartphone, Zoom, Google Meet, Whatsapp, Telegram.
Noi eravamo creativi e sapevamo dove incontrarci.
Ricordo che, in tutte le scuole che ho frequentato, c'era sempre un gruppetto di ragazzi che inventavano ogni diavoleria per far chiudere la scuola: chi allagava i bagni, chi chiedeva al prof di telefonare a casa perché si sentiva male e, invece, chiamava a scuola per dire che c'era una bomba (e scattava l'allarme, l'evacuazione e tutti a casa per due giorni).
Tutte azioni deprecabili, ovvio.
Poi c'erano gli scioperi perché non c'era gasolio per i riscaldamenti o perché nei bagni del terzo piano - quelli sempre chiusi - non usciva acqua dai rubinetti.
E poi si scioperava per il diritto alla scuola (forte questa!) o perché qualcuno giurava di aver visto un topo tra i banchi. Solo uno? Io ricordo certe pantegane nei sotterranei dove trascorsi un anno di scuola. Ormai facevano lezione con noi.
Diciamocela tutta. Strumentalizzare i ragazzi per scopi politici è una operazione abietta. I ragazzi sono sicuramente in buona fede.
Il consiglio che si può dare ai giovani è di non fidarsi di certa politica e di studiare. Leggere tanti libri, viaggiare, conoscere. Solo così i loro orizzonti mentali potranno davvero espandersi.
La politica italiana, specie quella degli ultimi 25-30 anni, è davvero di basso profilo e di un livello culturale bassissimo.
Tutta la popolazione scolastica, se si deve tornare in presenza, sia messa in sicurezza. Anche i docenti e il personale della scuola siano vaccinati contro il Covid 19. Più volte abbiamo sentito dire dai tanti esperti che i giovani possono essere asintomatici.
Non si capisce, allora, il perché del divieto ad andare a trovare i nonni (anziani e dunque più a rischio. E ci sono tanti docenti prossimi alla pensione, perché dovrebbero essere messi a rischio?).
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