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Studenti musulmani vengono esentati dallo studio della Divina Commedia di sommo Dante Alighieri. Ennesimo caso di  mancanza di rispetto per la nostra cultura e di troppe concessioni alla cultura musulmana che chiede sempre rispetto ma non ne dà. E' accaduto a Treviso ed ha fatto inorridire tutti gli studiosi di Letteratura Italiana.





Due studenti di una scuola media di Treviso studieranno Boccaccio invece di Dante perché, secondo la loro visione (chiusa) del mondo, Dante sarebbe contro l'Islam.
E' davvero così? No che non è così.
La prima cosa da fare è contestualizzare il periodo storico in cui Dante ha scritto la sua "Comedia".

Se non si contestualizzano i periodi non si capisce più nulla e richieste ignoranti e grottesche, come quelle dei musulmani, possono essere persino accettate.




Dante scrisse la "Divina Commedia" tra il 1306 e il 1321 (più di 700 anni fa) in un contesto storico e culturale in cui l'Europa cristiana era spesso in conflitto con il mondo islamico, soprattutto durante e dopo le Crociate. Questo contesto, in cui la vita dei cristiani era governata in tutto e per tutto dalla Chiesa, può aver influenzato la rappresentazione di figure islamiche nel poema.


La "Divina Commedia" di Dante Alighieri non è contro l'Islam in modo sistematico, ma contiene alcune sezioni e descrizioni che possono essere interpretate, in modo molto largo, come critiche o negative - se non contestualizzate - nei confronti dell'Islam e dei suoi esponenti.
In particolare, nella "Divina Commedia" vi sono alcuni passi che si riferiscono all'Islam.

Uno dei passaggi più noti è l'episodio in cui Dante colloca Maometto e suo genero Alì nell'Inferno, nel canto XXVIII della "Divina Commedia", tra i seminatori di discordia e gli scismatici.
Questo episodio è spesso visto come un'espressione della visione medievale cristiana dell'Islam come una religione concorrente e potenzialmente pericolosa. Dante descrive Maometto con immagini fortemente negative, rappresentandolo come un personaggio punito severamente per il suo ruolo nella fondazione di una nuova religione.

Non tutte le figure musulmane subiscono lo stesso trattamento. Ad esempio, i filosofi arabi come Averroè (Ibn Rushd) non sono collocati all'Inferno, ma nel Limbo. In esso Dante colloca le anime di grandi filosofi e pensatori del passato che, pur essendo stati virtuosi, non hanno avuto la possibilità di conoscere il Cristianesimo. Questo è il caso di molte figure dell'antichità classica, ma anche di alcuni filosofi arabi e musulmani. Oltre ad Averroè, nel Limbo si trovano figure come Avicenna (Ibn Sina), che sono rispettate per la loro saggezza e il loro contributo alla conoscenza.

Questo trattamento differente suggerisce che Dante riconosceva il valore e l'importanza del pensiero filosofico e scientifico sviluppato nel mondo islamico. Averroè, in particolare, era molto influente nel Medioevo europeo per la sua interpretazione di Aristotele, e Dante lo include nel Limbo come tributo al suo contributo intellettuale.




L'opera riflette le complessità delle relazioni e delle percezioni interculturali del tempo di Dante, piuttosto che un semplice e univoco atteggiamento contro l'Islam.

Tuttavia, la "Divina Commedia" non può essere ridotta a una semplice polemica contro l'Islam. L'opera è complessa e multidimensionale, trattando una vasta gamma di temi religiosi, filosofici e morali. Anche se alcuni passaggi riflettono le tensioni tra cristianesimo e Islam dell'epoca, l'opera nel suo insieme non è un trattato anti-islamico ma piuttosto un viaggio spirituale e allegorico che esplora la condizione umana e la ricerca della redenzione.

In sintesi, la "Divina Commedia" contiene descrizioni critiche nei confronti dell'Islam, queste devono essere contestualizzate all'interno del periodo storico e delle circostanze in cui Dante scriveva.

Piuttosto che esentare gli studenti dallo studio della Divina Commedia il docente avrebbe dovuto affrontare la questione spiegando ai suoi studenti, anche quelli più scettici e critici, la grandezza dell'opera di Dante contestualizzandola nel tempo dell'autore.

E così, dopo il tentativo di chiudere alcune scuole per il Ramadan, adesso si modificano i programmi ministeriali per richieste di musulmani. La scuola è gestita dallo Stato e, dunque, è laica. Interferenze di natura religiosa non devono essere ammesse. Auspicabile l'intervento del Ministero.


Staff






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