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Il 25 aprile è una festa antifascista. Non è necessario che sia scritto nella Costituzione perché rappresenta di per sé l'antifascismo e il rifiuto della dittatura mussoliniana in nome della libertà e della democrazia. La guerra civile tra italiani non c'è mai stata.




Il 25 aprile è una festa antifascista. Ovvio, palese, indiscutibile. Rappresenta la liberazione dell'Italia e di tutti - tutti - gli italiani dalla dittatura fascista di Benito Mussolini e dalla presenza dei nazisti.

Rappresenta la festa di tutti coloro i quali credono in valori quali la Libertà e la Democrazia. Valori, in difesa dei quali, moltissimi uomini e donne persero la loro vita.




Le polemiche con i neofascisti, ogni anno, si sprecano e sono sempre inutili. Cercano ogni anno di riscrivere qualche riga della "loro" nuova Storia. Cercano di trasformare l'orrore che fu il ventennio fascista in qualcosa con valori positivi. E per farlo hanno schierato giornalisti, storici di periferia assurti alla gloria della tv, pseudovip che di Storia non sanno niente ma parlano nei salotti televisivi.

Non ci fu guerra civile. Bisogna sempre contestualizzare i fatti. In Italia c'erano stati venti anni almeno di violenza, sopraffazione, brutalità, squadrismo, olio di ricino, botte, esilio e sparizioni. Anni in cui chi non era d'accordo con il fascismo ne doveva subire la violentissima rappresaglia.
Dopo venti anni di sopportazione, spesso silenziosa e paurosa, gli italiani di diversi schieramenti politici si unirono contro il fascismo e i suoi metodi repressivi brutali.




Essere antifascisti non vuol dire essere comunisti. E' una semplificazione stupida e ignorante.

Nella Resistenza contro il fascismo confluirono anche persone di destra e centrodestra: cattolici, moderati, liberali. E insieme a loro socialisti, comunisti, cattolici di sinistra.
Si parla di circa 250.000 uomini (di cui 35.000 donne) che lottarono, combatterono, si sacrificarono per la Libertà dell'Italia e di tutti gli italiani contro i nazifascisti.

Da ricordare, anche, che l'Italia è storicamente complice della Germania nello sterminio di milioni di ebrei e di zingari. E' una colpa che nessun revisionismo storico potrà mai cancellare.




Non ci fu guerra civile. Al massimo si potrebbe parlare di lotta civile in quanto, in molte città, fu il popolo a prendere le armi contro i nazisti e i fascisti. Fu Napoli, e furono i napoletani, durante una rivolta di pochi giorni a liberare la città (una delle prime ad essere liberate). Gente comune, padri e madri di famiglia, non eserciti regolari.
Per questo non si può parlare di guerra civile. E' un falso storico. Un insulto alla memoria di coloro i quali hanno dato la vita per liberare l'Italia.

Non ce ne frega nulla se qualche "storico" ha la possibilità di parlare in televisione di "guerra civile": l'importante è non credere alle sue parole.

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui l'esercito nazifascista si arrende. Pochi giorni prima l'esercito degli alleati americani e inglesi aveva sfondato la "linea gotica" (da Massa Carrara a Rimini). La Repubblica di Salò, lo stato fantoccio e inconcludente di Mussolini (in realtà in mano ai tedeschi), era caduto.

Staff





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