Diciamola tutta: vivere in condominio non è facile in quanto bisogna rispettare tantissime regole.
Mi è capitato spesso, però, di sentire una regola non scritta. Questa: "vivi e lascia vivere" ossia ognuno fa quello che gli pare in barba alle regole, ai regolamenti, al buongusto, al rispetto degli altri condomini, al decoro del palazzo.
Non funziona così. La regola inesistente (in condominio) del "vivi e lascia vivere" è l'alibi di chi non vuol rispettare le regole.
Esiste una legge apposita (la riforma del 2012), esistono i regolamenti comunali, esistono i regolamenti condominiali ed esistono alcune regole di buonsenso e buon vicinato ossia: "la mia libertà finisce dove inizia la tua" e "non fare ad altri quello che non vorresti sia fatto a te".
Il "vivi e lascia vivere", invece, presuppone che nessuna delle regole citate sopra debba e possa essere rispettata. "Vivi e lascia vivere" dà la stura alle peggiori abitudini e alla maleducazione delle persone.
"Vivi e lascia vivere" vuol dire poter fare tutti i rumori che si vogliono a qualunque ora del giorno e della notte; presuppone il poter fare feste rumorose fino alle 4 del mattino; presuppone il poter disturbare con il rumore di lavatrici, lavastoviglie, aspirapolveri tutta la giornata.
No. Non funziona così. Il condominio deve essere la convivenza civile tra persone di diversa estrazione sociale, di diversa provenienza, che hanno abitudini diverse. Tutti devono rispettare gli altri ed evitare di fare quello che gli pare.
E' talmente semplice che, evidentemente - se stiamo qui a scriverne -, non tutti riescono a capirlo e a mettere in pratica poche regole per la convivenza civile. In realtà basta essere educati e rispettosi degli altri.
Un appartamento non è un castello e chi ci vive dentro non è un signore feudale di altri tempi che ha diritto di fare ciò che gli pare.
Per questi argomenti non ci sono differenze tra "proprietari" e "affittuari". Ho sentito spesso dire a proprietari che loro hanno più diritti di chi vive in affitto: non è affatto vero. Di certo è vero che l'educazione non sia appannaggio di tutti. E non importa avere il possesso dell'immobile.
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