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Un'analisi di "Save The children" afferma che il 51% dei giovani italiani intorno ai 15 anni non capisce il testo che legge. La Politica rifletta sulla qualità della Scuola e dell'Università. 




Il 51% dei giovani 15enni italiani, quasi 2 milioni di persone, non capisce il testo che legge. Chiunque lavori in una scuola superiore, o abbia docenti tra le proprie conoscenze, lo sapeva già o comunque se lo immaginava.

A ricordare questo triste primato italiano è stato il presidente di Save The Children Italia Claudio Tesauro aprendo i lavori di "Impossibile" (4 giorni di riflessioni su giovani e adolescenza).

In una Nazione in cui l'analfabetismo di ritorno supera il 70% della popolazione non ci si poteva aspettare altro.




La Politica, ovviamente, ha enormi responsabilità. Fare il docente oggi, nella disastrata scuola italiana, è una missione. Mezzi, disponibilità, possibilità di fare una scuola "diversa" sono pochissime. Gli stipendi dei docenti, inoltre, sono risibili. Dopo anni di studio e di dedizione verso i ragazzi si rimane ancorati a stipendi da povertà.

La Politica, in senso lato e generale, lo sa benissimo. Un popolo ignorante è sempre ben visto (al di là delle dichiarazioni di facciata): un popolo che non conosce la Storia, che non sa leggere, che non sa scrivere, che non capisce è sempre malleabile e pronto a credere alle fake news più stupide e alla propaganda più squallida

Un popolo ignorante è un popolo che non ha strumenti per poter comprendere cosa gli accade intorno. 




Nessuno addita i ragazzi, nessuno li considera responsabili. Stanno crescendo con gli smartphone sempre in mano a guardare video imbecilli girati spesso da ignoranti che credono di fare del "cinema". 

Tutto è diventato una grande gara al ribasso. La qualità, l'intelligenza, la cultura, il gusto e il bello stanno sparendo e al loro posto si assiste inermi all'esaltazione della stupidità (iniziata con certa televisione da diversi anni). 




E in tutto questo anche la famiglia, attanagliata da mille problematiche quotidiane, ha le sue responsabilità. La scuola non è un surrogato della famiglia o un parcheggio che consente ai genitori di andare a lavorare.

Ci vuole sinergia tra scuola e famiglia. Ci vuole collaborazione.

Saranno gli stessi ragazzi a farne le spese tra qualche anno. Quando si ritroveranno a dover cercare un lavoro senza un titolo di studio e senza sapere leggere.




I figli degli appartenenti alle classi più privilegiate e attente al futuro, intanto, continuano a studiare e questo è un segnale. 
Si sta creando un divario, una separazione sociale in cui la classe "dominante" sta gettando le basi per la gestione nel tempo di privilegi e potere.

Staff




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