Il Green Pass è arrivato a moltissimi italiani. Disponibile su app e siti del governo italiano. Si scarica il qrcode o il file .pdf e, volendo, lo si può stampare.
Contiene un codice univoco del certificato, le informazioni della persona, sulla durata del certificato e sul vaccino ricevuto. Di questo, però, viene indicata soltanto la seconda dose e non la prima (in caso di prima dose si leggerà solo quella ma il certificato avrà validità solo fino alla data della seconda dose).
Probabilmente perché la validità del certificato scatta dalla data della seconda dose (probabilmente sarà l'ultima vaccinazione effettuata in ordine cronologico): 270 giorni.
Ci sono persone, però, come il nostro direttore che hanno avuto il mix di vaccini: Astrazeneca e Pfizer o Moderna. Il primo è ad adenovirus e il secondo a mRNA.
Nel certificato europeo, o Green Pass, viene indicato solo il vaccino dell'ultima dose ricevuta.
Si poteva benissimo indicare anche la data del primo e il tipo di vaccino somministrato: ciò almeno per correttezza e completezza dell'informazione.
Ad uno sguardo rapido sembrerebbe che, ad esempio, il nostro direttore sia stato vaccinato sempre con il siero della Pfizer ma non è così in realtà.
A questo punto, per correttezza di informazione in caso di necessità, saremo costretti ad avere con noi anche un certificato vaccinale rilasciato dall'Azienda Sanitaria Locale ossia il certificato che viene consegnato subito dopo la vaccinazione.
Quanti certificato dovremo avere con noi? Non ci sarà troppa inutile burocrazia in questa gestione della pandemia?
Staff
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