Nelle caselle email dei docenti precari, che non hanno avuto incarichi ad inizio di settembre, arrivano già le prime ricerche di supplenti da parte degli Istituti scolastici.
Docenti che hanno ricevuto l'incarico neanche una settimana fa che già sono in malattia per 3 o 4 mesi o, comunque, si sono dileguati.
E i docenti residenti, invece, son rimasti a guardare o han dovuto cambiare - loro malgrado - subito lavoro per portare avanti la famiglia e sostenere le spese. Le banche non aiutano chi rimane senza lavoro.
Eppure la soluzione, per smetterla con quella che è ormai una consuetudine (docente del Sud o personale ata del Sud che prende l'incarico e sparisce immediatamente) sarebbe davvero semplice: il ministero dovrebbe dare gli incarichi prima ai residenti. La residenza nella provincia delle GPS come requisito fondamentale.
Si punta, invece, solo alla compravendita di titoli (quello è diventato).
In caso di mancanza di docenti procedere alla ricerca nelle province della regione in cui si trova l'istituto e solo alla fine chiamare docenti costretti a spostarsi da Sud a Nord o viceversa (saran pochi in questo caso).
Insegnare non è prendere uno stipendio e punteggio e non far nulla tutto l'anno in panciolle a casa. Ci sono giovani menti da plasmare, da aiutare a creare un pensiero critico, aiutare e diventare uomini e donne di domani che dovranno reggere la società.
Sarebbe auspicabile inoltre non assegnare punteggio a chi non fa lezione in aula. Si vuol fare l'insegnante? Si faccia davvero.
Assurda inoltre l'ipotesi di bonus per chi si trasferisce. Non è corretto.
Altri docenti si sono già trasferiti dal Sud a Vicenza (ad esempio) e non hanno mai avuto un aiuto. E, dopo 10 anni di insegnamento, sono stati scaricati dallo Stato. Perché non si è dato l'incarico a loro che si trovano già al Nord, nella città indicata nelle GPS? Oggi sono senza lavoro.
Bonus affitti? Bonus riscaldamenti? Ma stiamo scherzando? E chi paga già il mutuo e le bollette da anni, poiché si è trasferito, senza aver avuto mai nulla?
Ci sono anche docenti che realmente hanno problemi di salute o che non possono rimanere al Nord per gravi problemi. Il ministero faccia tutti i risconti approfonditi.
Non ha senso, ad ogni modo, chiedere lavoro a Milano (al Nord, per intenderci) quando si sa già che dopo neanche una settimana si andrà via e si tornerà a casa. E' un sistema che va abolito.
Insegnare non è un "lavoro" qualsiasi. I giovani devono essere seguiti e non costretti a cambiare più e più insegnanti ogni anno.
Aver lavorato 10 anni per lo Stato, recandosi a scuola in modo regolare, aver seguito gli studenti: questo non è Merito secondo il ministero?
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