Basta con gli studenti ossessionati dal cellulare. Basta con i messaggini della mamma e dei fidanzati. Basta con i videogames durante le ore di lezione. Basta con i social network. Basta. A scuola si deve studiare e tenere un comportamento adeguato.
E finalmente è arrivata la circolare del ministero che toglie dalle mani dei ragazzi gli smartphone anche per uso didattico. E basta responsabilità per quei docenti che hanno vietato l'uso dei dispositivi in classe: basta battaglie con i genitori, basta lotte con gli studenti.
Il telefonino a scuola non si può più usare se non sotto la guida dal docente.
Diciamo anche le cose come stanno: i ragazzi, abituati allo slang da messaggi (ossia accorciare le parole e non usare articoli quasi in stile telegrafico) non sanno più scrivere. E, ancora peggio, non riescono più a pensare e a ragionare. Costruire una frase di senso compiuto e scriverla in modo corretto sta diventando, per loro, sempre più difficile.
Lettura? I ragazzi non sanno cosa siano i libri, i romanzi, i racconti le poesie. Non hanno più fantasia. Sognano, in grande maggioranza, di fare "soldi facili" (ma non sanno dire in che modo) ed hanno come modelli culturali dei cantanti che spesso sono analfabeti.
Ci sono insegnanti, specie di Letteratura e Storia, che hanno sempre portato avanti delle battaglie "personali" (diciamo così) contro gli smartphone... insegnanti che propongono in classe letture di racconti, di romanzi e la visione di grandi film del cinema italiano.
Sono quegli insegnanti che fanno ancora leggere gli studenti perché saper leggere e comprendere il testo, nella vita, è fondamentale.
Meno smartphone e più romanzi sebbene qualche ora in più di Storia (anche negli Istituti professionali) non sarebbe male. Qualche ora di Filosofia, di Latino, di Storia dell'Arte e della Musica.
Se ci fossero anche meno progetti e progettini inutili e più ore da dedicare ai programmi sarebbe davvero un toccasana oltre che un grande risparmio.
Al limite si potrebbero pagare di più tutti gli insegnanti considerato che hanno stipendi da fame nonostante l'importante ruolo educativo che svolgono.
L'Italia ha un patrimonio culturale inestimabile ed è un peccato non insegnare certe materie ai nostri giovani.
Staff
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