Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha presentato la sua squadra di Governo. Cambia davvero molto poco rispetto al governo di Matteo Renzi. Maria Elena Boschi non è più ministro ma Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per cui non è una bocciatura. Alfano va agli Esteri per sua richiesta mentre all'Interno va Marco Minniti. Valeria Fedeli all'Istruzione al posto di Stefania Giannini (unica a non essere confermata).
«Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima». La citazione de "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è d'obbligo. Il governo Gentiloni è la continuazione di quello di Matteo Renzi. Ciò avviene, dunque, senza tenere conto della richiesa di cambiamento lanciata dal 60% degli elettori italiani che al Referendum costituzionale hanno votato "No".
Il governo Gentiloni appare, almeno sulla carta, leggeremente spostato a sinistra. Forse il PD ha optato per la sconfitta secca e sonora alle prossime elezioni. Non accontentare i cittadini, formando un governo che - si può ipotizzare - vuole continuare fino alla scadenza naturale del 2018 (nessuno perde la faccia per un paio di mesi), vuol dire alimentare il malconento della gente.
Angelino Alfano lascia il ministero dell'Interno (cui va Marco Minniti) per andare al ministero degli Esteri.
Le prime impressioni raccolte tra la gente indicano che il malcontento aumenta: la politica non è lontana dalla gente. Palese l'intento di voler stare lontana dalla gente: è una scelta volontaria altrimenti ci sarebbe davvero uno nuovo governo.
Il vento della prima repubblica soffia più forte che mai. Il cambiamento, la nuova Repubblica, il Paese Nuovo, sono state solo fantasie o bugie di chi le propinava agli italiani.
Gli unici a non essere presenti, del governo Renzi, sono lo stesso Renzi e Stefania Giannini che era ministro dell'Istruzione. Maria Elena Boschi e Luca Lotti, indicati come fedelissimi di Renzi, sono però promossi. Boschi diventa Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (prima era mininistro senza portafoglio) e, visto il nuovo incarico, non è una vera bocciatura. Anzi. Lotti da sottosegretario diventa ministro dello Sport.
Non c'è un ministero per le Riforme: segnale che non ne sono previste a breve. Non ci sono i "verdiniani" che dicono di non voler votare la fiducia al governo. Vedremo nei prossimi giorni e vedremo i fatti.
Laconico Pierluigi Bersani: "prima mi devono convincere". Ossia fiducia ma non appoggio incondizionato da parte della minoranza PD.
Sui social le opposizioni sono già impegnatissime a parlare ai loro elettori.
L'unica speranza, ma piuttosto vana, è quella di andare a votare tra marzo e aprile 2017. Passate queste date è probabile che si vada fino a scadenza naturale.
Alle 20 il giuramento dei neo ministri che succedono a loro stessi. Grottesco.
Quel "cambiamento per non cambiare" mirabilmente raccontato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa è ormai entrato nella cultura italiana: non è più appannaggio solo della Sicilia.
G.B.F.
Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni
Sottosegretario alla presidenza: Maria Elena Boschi
Ministri senza portafoglio
Anna Finocchiaro: Rapporti con il Parlamento
Marianna Madia: Pubblica Amministrazione
Enrico Costa: Affari Regionali
Claudio De Vincenti: Coesione Territoriale e Mezzogiorno
Luca Lotti: Sport con deleghe su editoria e Cipe
Ministri con portafoglio
Angelino Alfano: Esteri
Marco Minniti: Interno
Andrea Orlando: Giustizia
Roberta Pinotti: Difesa
Pier Carlo Padoan: Economia
Carlo Calenda: Sviluppo Economico
Maurizio Martina: Agricoltura
Gianluca Galletti: Ambiente
Graziano Delrio: Infrastrutture
Beatrice Lorenzin: Salute
Dario Franceschini: Cultura
Valeria Fedeli: Istruzione
Giuliano Poletti: Lavoro