Facciamo un po' di ordine: Dante Alighieri non è nato il 4 maggio 1265 come ho letto, purtroppo, su troppi siti internet. Capisco e condivido l'esigenza di celebrare un grande poeta come Dante ma non si dovrebbero dare informazioni errate o scorrette. I giornalisti hanno l'obbligo di verificare la veridicità di quanto dicono e, invece, anche i media nazionali hanno riportato la notizia del 750° anno dalla nascita di Dante come se cadesse oggi. Non è così.
Non ho studiato Dante per anni per dover leggere inesattezze tanto esagerate.
Precisiamo subito che non esiste una data di nascita esatta di Dante. Si suppone - ed è soltanto una supposizione - che Dante sia nato nel 1265 in quanto si fa riferimento ai versi contenuti nella cantica dell'Inferno (della "Comedia").
Nel Paradiso della "Comedia", Dante, ci dice che lui è nato sotto il segno dei gemelli:
«O gloriose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,
con voi nasceva e s'ascondeva vosco
quelli ch'è padre di ogni mortal vita
quand'io senti' di prima l'aere tosco»
Dante nacque, dunque, tra il 14 maggio e il 13 giugno 1265 (accettando la convenzione comune che lo vede nascere nel 1265. Sono errate le ricostruzioni - sparse su internet - che lo vedono nato il 29 maggio o il 1° giugno: non esiste data certa.
La memoria di Dante, grandissimo poeta che in tanti vorrebbero celebrare seriamente, viene invece infangata da guitti e giullari di partito che ritengono di dare lezioni sulla vita e sulla poesia di un genio troppo poco conosciuto e troppo poco studiato.
Che siano i politici italiani - troppo spesso nelle cronache per casi di corruzione - a celebrarne la nascita potrebbe essere ritenuto come un grande insulto che si possa fare alla memoria del Maestro. Dante aveva una fortissima carica morale per accettare qualunque cosa lui ritenesse ingiusta o corrotta.
Il canto 6° del Purgatorio in cui l'Italia è paragonata ad una nave senza guida è profetico e ancora attualissimo. Ne aveva scritto anche nelle "Epistole" e nel "De Monarchia".
Una classe politica tanto mediocre e ignorante non avrebbe goduto della minima considerazione di Dante.
"Non ragioniam di loro, ma guarda e passa".
G.B.F.
Immagine di Dante da internet