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Scandalo Calcio CataniaCalcio malato: non cedere alla tentazione di fare pulizia cominciando da Catania (fermandosi lì). Bisogna tutelare i tifosi e la città.


Catania CalcioD'accordo. Il Presidente Antonino Pulvirenti ha ammesso il tentativo di comprare 5 partite di serie B (leggere nota degli avvocati) per mantenere la squadra nella serie cadetta. Le intercettazioni, in tal senso, sembrano piuttosto chiare e c'è molto poco che io possa aggiungere in queste mie considerazioni inattuali.

Ovvio che, se qualcuno ha sbagliato, deve assumersi le responsabilità per quanto compiuto. Ci mancherebbe altro. La magistratura ha il dovere di portare avanti l'inchiesta e di fare chiarezza.

Il mio timore, probabilmente infondato (spero lo sia), è che questa sia la solita occasione per fare clamore e propaganda. C'è di mezzo una squadra siciliana e, dunque, si potrebbe cedere ad una suggestione: "la giustizia sarà inflessibile", "dare una punizione esemplare".

Se i "poteri forti", da Roma in su, decidessero di cedere a questa tentazione allora il Catania Calcio è spacciato. Il Sud, come da sempre accade in Italia, non conterebbe e non avrebbe tutele.
Tutte le società coinvolte nello scandalo, dunque, dovrebbero essere punite. E non sarebbero le sole.

Il calcio scommesse - ad esempio - è una piaga purulenta del calcio italiano ma non ricordo (sapete, l'età avanza) grandissime stangate nei confronti delle società coinvolte. Non vorrei che la piazza catanese possa divenire quella di "esempio" per tutti. Troppo comodo (per gli altri).

Mi auguro che la situazione del Catania Calcio possa essere risolta senza colpire i tifosi, la città, gli sponsor. Tutte quelle persone, insomma, che non hanno nulla a che vedere con le decisioni prese da pochi rappresentanti della società. La punizione ci sarà, ovvio: nel migliore dei casi una forte penalizzazione in B o la retrocessione in Lega Pro (per tutte le società coinvolte nella combine e dunque chi ha comprato ma anche chi ha venduto). Qualche giornale ha scritto di radiazione, di ripartenza dai dilettanti. Non credo affatto sia questo il caso.

I media intanto si scatenano su Antonino Pulvirenti. Parlano, in sostanza, soltanto di lui. Come se una combine (e già il termine ha significato in sé) possa averla organizzata da solo. Le foto in prima pagina, spesso, sono solo le sue. Gli articoli sono scritti in prevalenza sul Catania Calcio ma la verità non è quella raccontata dai giornali del Nord. Ogni occasione è buona per parlare male del Meridione d'Italia.

I tifosi del Catania non sono quelli che hanno dato vita alla scandalosa e vergognosa guerriglia urbana di qualche anno fa. Quelli non sono tifosi, sono delinquenti.
I tifosi - in generale - sono persone perbene che vivono la passione sportiva con semplicità e piacevolezza. Loro non devono essere mai puniti.

G.B.F.



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