I grandi giornali italiani non ne parlano ma quello che sta accadendo negli Stati Uniti, dopo l'elezione di Trump, è orribile. Non sono le proteste di strada la notizia (ciò che la stampa italiana racconta) ma il modo repentino in cui comportamenti razzisti e fascisti si stanno diffondendo.
I giornali italiani ci stanno raccontando poco o niente degli Stati Uniti d'America dopo l'elezione di Trump. La caccia al diverso, il KKK che organizza parate per il Presidente, l'odio razziale adesso si sentono protetti dalla politica. E il problema è questo.
I giornali italiani non ci hanno detto come tante università abbiano, dopo l'elezione dell'indagato Trump (un uomo che non aver mai pagato le tasse) abbiano sollecitato la sensibilità degli insegnanti nei confronti degli studenti delle minoranze etniche (ispaniche, cinesi, afroamericani) e nei confronti degli studenti omosessuali o trans. La cultura americana, la vera intellighenzia, ha già capito che il problema non è solo Trump come persona ma ciò che ha rappresentato e il tipo di "cultura" che andrà a difendere e proteggere e rappresentare.
Sono stati sollecitati i centri di ascolto psicologico e centri anti-suicidio per gli studenti che, dal giorno 8 novembre 2016 (per i prossimi 4 anni) potrebbero essere vessati da bulli pro Trump. Da quelle persone apertamente razziste e xenofobe.
E così, in solo 4 giorni dal voto, in alcune scuole i giovani cresciuti in "solide famiglie repubblicane rispettose di dio", trovano simpatico e divertente consegnare ai loro compagni di classe di altre etnie gli "ordini di DEPORTAZIONE". Giovani fascisti crescono.
Negozianti che rifiutano di far credito a cittadini di colore. Postini che insultano gli ispanici mentre consegnano la posta. Donne musulmane offese sugli autobus. Questa è l'altra faccia degli Stati Uniti che nessuno ci racconta.
Non ci viene raccontato come ci siano già alcuni licenziamenti d'odio (per il colore della pelle) e come fascisti americani si sentano liberi di andare, da chi vota Democratico, per "fargliela pagare". Chi ha detto di votare Democratico su Facebook, ad esempio, potrebbe essere vessato da qualche Repubblicano o da un fascista americano. Il rischio è tangibile.
Il clima quotidiano, negli Stati Uniti d'America, è pesante ed opprimente per tanti democratici e per tanti appartenenti ad etnie.
Questo non ci viene raccontato.
In Italia, invece, ci raccontano di qualche baruffa in strada, di qualche esaltato che spara. In Italia, abbiamo già dato per fortuna, il miliardario che si circonda di donne giovani e avvenenti ha già fatto breccia in passato.
Personaggi di quella che si spaccia per "cultura" in Italia guardano più a Melania che a Trump. Del resto la cultura è morta con Pasolini e oggi l'Italia propina come persone di cultura quelle che insieme alle tessere punti del discount hanno la tessera del partito.
Gli Stati Uniti in bilico, si muovono sul filo di una nuova ascesa fascista (nei comportamenti, nei modi, nelle idee).
La speranza comune, nonostante i toni della campagna elettorale di Trump, è che il miliardario dia prova di essere degno di essere Presidente degli Stati Uniti d'America. E la prova sta nelle sue dichiarazioni, nel suo agire e nell'arginare l'esuberanza fascista.
Un nuovo McCarthismo è alle porte. E stavolta, povera Italia, non c'è una Fernanda Pivano a raccontarcelo.
G.B.F.