Champions: vince il Barcellona ma gli onori vanno alla Juventus
Onore ai vincitori. E onore, questa volta, anche ai vinti. Il Barcellona ha vinto la Champions League come era prevedibile e come era stato previsto. Tre i goal rifilati alla Juventus che ne ha messo a segno soltanto uno.
Da sottolineare l'arbitraggio piuttosto scadente che, con almeno due decisioni, ha sicuramente segnato la partita: un rigore nettissimo ma non concesso sul bianconero Pogba e l'extra time oltre i cinque minuti supplementari in cui il Barcellona ha segnato il terzo goal.
L'arbitro ha sicuramente inciso in favore degli spagnoli ma queste sono recriminazioni inutili che alimentano solo chiacchiericcio da bar.
Non starò qui a raccontare una partita che in tanti hanno visto. Basti considerare quanto denaro investano le due società per capire le differenze in campo. E, nonostante questo, la Juventus è arrivata in finale. Una società che è d'esempio per qualunque altra. Successo e bilancio: una formula che non tutti hanno saputo mettere in pratica.
Ciò che preme sottolineare è come la Juventus abbia riportato il calcio italiano in vetta. Una squadra blasonata che è riuscita a costruire un percorso ripartendo da una ingiusta e fantasiosa retrocessione in B fino ad arrivare ai livelli delle squadre più forti del mondo. In pochi anni è stato realizzato un programma eccezionale. A differenza di altre società italiane che hanno sì vinto ma di cui non si ha più memoria e che sono precipitate nell'oblìo calcistico nazionale.
Nonostante la sconfitta in finale, quello della Juventus, rimane un percorso invidiato e invidiabile. 4 scudetti di fila, la decima Coppa Italia, la finale di Champions. E hanno voglia i tifosi delle altre squadre di festeggiare il Barcellona poiché i tifosi juventini festeggiano da 4 anni.
Tifare Barcellona - anche questo è possibile - contro la Juventus è anche l'emblema del "rosicone": la squadra del cuore non vince mai e allora non tifo per la squadra italiana. Ragionamento e comportamento piuttosto infantile, direi.
Ecco. Il calcio è lo specchio della società italiana. Non si è mai uniti: l'uno invidia l'altro e, invece, di lavorare insieme per il successo si scommette e si punta sulla sconfitta condivisa: se non vinco io non devi vincere neanche tu. Sulla possibilità di poter schernire l'altro poiché non ha vinto senza ricordarsi che la propria squadra del cuore, probabilmente, l'anno prossimo non sarà neppure in Europa League. Il tifoso dovrebbe essere "sportivo" ma le persone di cui parlo io non sono "tifosi".
Alcuni piccoli gruppi di "tifosi" hanno persino sperato in un nuovo Heysel. E' evidente come il loro livello culturale e intellettivo sia talmente basso da non meritare una risposta.
E' l'Italia bellezza: non puoi farci nulla. Un paese di invidiosi, di rosiconi e di gente incapace di fare squadra per il successo comune.
Benvenuti.
G.B.F.
(Fonte immagine: internet)