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20 anni di Euro: i banchieri - che hanno preso il posto dei politici - festeggiano mentre gli italiani avvertono un senso di povertà e di impotenza sempre maggiore.


1 centesimo di euro

L'Euro, la moneta dell'Europa unita compie 20 anni. 20 lunghi anni in cui - chi l'ha vissuta e l'ha usata - l'italiano ha rimpianto ogni giorno la cara vecchia Lira.

Sappiamo bene che, per come è strutturata l'Europa, sarebbe impossibile tornare alla Lira ma ciò non toglie di poter scrivere un articolo commemorativo della moneta che non faceva sentire poveri gli italiani. Non poveri come fa sentire l'Euro.

Eh già perché mentre i banchieri, che oggi occupano i posti di comando che una volta erano dei politici (che ai banchieri si sono prostrati e inginocchiati), festeggiano. Tutti coloro i quali hanno a che fare con le banche e con la finanza festeggiano la moneta dell'Europa unita.

Europa unita? In cosa? Se non ci fosse la Banca Centrale Europea (e l'Euro), l'Europa non esisterebbe.
Ad oggi ogni Stato membro continua a fare come gli piace e quei pochi atti decisi dall'Europa sono ridicoli.
Eccone alcuni: il GDPR sulla privacy è una porcata che uccide i piccoli imprenditori e favorisce i giganti monopolisti (che possono pagare orde di avvocati); il tentativo di liberalizzare l'aranciata senza succo di arancia (era il 2009 e bloccato nel 2014); la mancata tutela del Prosecco italiano in favore del Prosek croato; la mancata tutela delle eccellenze italiane come formaggi e salumi.

Pochi casi perché questo non è un articolo sull'Europa ma sul ricordo della Lira.




Chiunque abbia avuto in tasca la Lira - ma non è il caso dei millennials che non sanno neanche di cosa scrivo - ricorda perfettamente come la Lira durasse in tasca per molti giorni.
Quando si prelevavano 100 mila lire al bancomat, queste duravano giorni. Oggi prelevi 100 euro al bancomat e dopo un giretto al supermercato o in un negozio rimani senza soldi.


La sensazione di povertà aumenta anno dopo anno. Non è difficile che qualche amico o un conoscente racconti come l'Euro si volatilizzi letteralmente dalle mani. Si compra sempre meno merce che costa sempre di più.
Dal 2001 è un continuo aumentare dei prezzi in modo assolutamente assurdo.

I primi mesi di circolazione dell'Euro, 20 anni fa, abbiamo assistito impotenti al primo raddoppio dei prezzi. Ciò che costava 1000 lire cominciò a costare 1 euro (ossia 1936,27 lire - praticamente il doppio), invece di 50 centesimi, senza un perché. Chi aveva un immobile che valeva 100 milioni di lire cominciò a metterli in vendita a 100 mila euro. Non sono esempi a caso.




In Italia mancò una politica di contenimento dei prezzi perché qualcuno riusciva ad averne evidenti vantaggi. I più ricchi riuscirono a raddoppiare i loro patrimoni mentre i più poveri si ritrovarono con prezzi raddoppiati su tutto.


Di questo, però, non si parla. Non si deve parlare. Ad oggi, dopo 20 anni, però, i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Come mai? Da dove è nata questa improvvisa enorme disparità?

E con le prossime fatture di gas ed energia elettrica per tanti italiani ci sarà da mettersi le mani nei capelli. Specie per quelle famiglie che hanno redditi bassi, per i monoreddito e per quelli che non hanno alcun aiuto da questo Stato che si impegna a ridurre le tasse ai ricchi ma non ai poveri.

L'Euro compie 20 anni. Auguri non ai banchieri, non ai finanzieri e agli speculatori che si arricchiscono sulla vita della gente.
Auguri alla gente che ogni giorno cerca il modo di arrivare dignitosamente e onestamente a fine mese.


Gabriele B. Fallica
Direttore di Assud




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