TFR in busta paga: più reddito, più tasse
Il TFR in busta paga? Grazie ma anche no!
Una Legge di Stabilità che somiglia al gioco delle tre carte. Meno tasse nazionali (o centrali) e meno trasferimenti di fondi alle regioni, alle province e ai comuni, equivalgono alla riduzione di servizi pubblici alla comunità oppure ad un necessario aumento - da parte degli enti locali - di tasse regionali, di addizionali locali e di tasse e tributi locali.
Ancora una volta quella che - in Italia - viene presentato come una grande riforma, una grande riduzione delle tasse, in realtà è una enorme fregatura per i cittadini che dovranno fare i conti con servizi peggiori.
Riducendo l'offerta di servizi pubblici come Sanità, Scuola, Trasporti, Sociale è ovvio, inoltre, che si tende a favorire quelle aziende private che propongono servizi equivalenti. Non potendo distruggere, ovviamente, i servizi pubblici se ne offrono di meno, ad un prezzo più alto, con liste di attesa lunghissime. In questo modo il cittadino si lamenterà del servizio pubblico e dovrà fare ricorso al privato.
Un altro fattore è quello del TFR in busta paga. Assolutamente no. Il TFR in busta paga sarà tassato come la busta paga (mentre se ritirato a fine carriera si ha diritto ad una tassazione agevolata). Una busta paga più alta cosa vuol dire? Può significare la riduzione delle detrazioni e, incredibilmente, l'aumento del reddito per cui tasse più alte quando si farà la dichiarazione dei redditi. E il bello che è vi dicono di farvi dare il TFR e di spenderlo! Complimenti.
Altro che 80 euro in più al mese.
Qua c'è l'asso di bastoni, qua c'è l'asso di spade e qui l'asso di denari. Dove sta l'asso di bastoni? Indovina un po'!
Staff