La caccia alle streghe contro la movida (ma quale che tutto è chiuso?) deve finire. Dal Governo italiano si continua ad additare ristoranti e bar come luoghi di contagio ma è ormai chiaro a tutti che non sia così.
Affittare una villa o un capannone per organizzare una festa privata al di fuori delle regole dei DPCM non è movida: al massimo è incoscienza e voglia di divertirsi un po'.
Chiudere i ristoranti e i bar, vietare loro di fare anche l'asporto dopo le 18 non serve a nulla.
Chiunque voglia riunirsi con gli amici, in casa o in un altro posto, impiega 5 minuti a cucinare due spaghetti ed eventualmente portarli con sè.
La decisione di non consentire anche l'asporto è una palese mancanza di idee. Così come quelle di chi invoca il lockdown solo per dimostrare, probabilmente, di avere un qualche potere.
Tanti ristoranti riapriranno il 15 gennaio. Alcuni per protesta (senza consentire ai clienti di pranzare o cenare) altri faranno servizio.
E' evidente che chi prende o suggerisce queste decisioni ha un sostanzioso garantito stipendio ogni mese. A differenza di ristoratori, baristi, hotel, palestre e partite iva.
Chi è costretto a tenere la saracinesca abbassata e la bottega chiusa non guadagna e non può vivere.
Molti di loro hanno percepito, se li hanno percepiti, ristori ridicoli. Non è ammissibile obbligare la gente a non lavorare e non ripagarli in modo coerente con quello che era il loro fatturato.
Noi crediamo, al contrario, che i locali come bar, ristoranti, locali notturni, osterie, enoteche, palestre, piscine - se ben gestiti - siano luoghi più sicuri in quanto ormai i gestori hanno compreso l'importanza delle regole.
Ci chiediamo cosa sia più corretto. Meglio partecipare ad una festa, dentro ad un capannone o una villa, senza controlli di alcun tipo o sedersi al ristorante rispettando le regole come distanziamento sociale, uso di disinfettanti e gel? Bere un aperitivo alle 19 seduti al tavolo di un bar non è meglio che riunirsi in 15 dentro una stanza di 16 metri quadrati senza indossare mascherine?
L'ultimo periodo trascorso in palestra, narriamo la nostra esperienza personale per fare un esempio, era un continuo spruzzare disinfettanti su attrezzi e macchinari: prima e dopo l'esercizio. Indossare la mascherina, cambiare le scarpe all'ingresso e all'uscita disinfettando quelle che venivano cambiate.
Attrezzi e macchinari sono stati distanziati e le sale adibite a funzioni e allenamenti differenti.
Accessi su prenotazione e numero ridotto di utenti. Orario di allenamento limitato a tutti per consentire a più persone di allenarsi.
Come questo possa non bastare non è chiaro.
L'impressione è che qualcuno non conosca la realtà della ristorazione, dei locali, delle palestre, delle piscine. E non sappia quanta gente lavora come indotto intorno a questi settori. Tutta gente che non sta fatturando da mesi.
Riaprire tutto e aumentare i controlli. Se un bar o un ristorante o una palestra non rispetta le regole allora si punisce in modo severo. Non si può punire tutti a priori.
L'impressione è che qualcuno consideri i gestori come "evasori" che hanno soldi da parte per cui possono stare chiusi senza problemi. Non è affatto così.
Si continua a colpire tutti in modo immotivato. Non è equo e non è giusto.
D'altro canto i supermercati possono essere tranquillamente presi d'assalto dalle persone. Lì dove migliaia di prodotti vengono toccati migliaia di volte al giorno e non vengono disinfettati (sarebbe impossibile) va tutto bene. Il contagio non avviene? (ma va!).
Invece di chiudere e ridurre gli orari bisognerebbe, come diciamo da mesi, riaprire tutto e dare la possibilità - a chi vuole - di far la spesa anche di notte (nei supermercati che vorranno rimanere aperti).
Riaprire e spalmare nelle ore della giornata l'afflusso di clienti e non tenere tutto chiuso favorendo, in fondo, le riunioni "abusive".
La politica deve trovare soluzioni non prendere scorciatoie. Di politici che non sanno trovare soluzioni ce ne sono stati anche troppi in Italia.
Il Potere deve essere Servizio.
Staff