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Controsensi: da un lato la pandemia muove montagne di quattrini e dall'altro ci sono tantissimi lavoratori che non ricevono ristori adeguati e sono costretti inspiegabilmente a non poter lavorare.
Lavorare è un diritto costituzionale e continuare con le chiusure, dopo un anno, non è più accettabile.


Vaccini, mascherine, camici, ventilatori polmonari, banchi a rotelle, ospedali attrezzati in tempi brevi, macchinari, siringhe e chi più ne ha più ne metta.

Qualcuno, ovviamente e non c'è nulla di male se fatto onestamente, con la pandemia sta guadagnando un sacco di soldi.

E mentre, inspiegabilmente, i cittadini e i lavoratori sono costretti in buona parte a stare a casa e/o impoverirsi ci sono pochi privilegiati che gestiscono e spendono montagne di denaro pubblico. Ci sono inchieste in certi casi ma, del resto, quando sono in ballo così tanti soldi può capitare che anche qualche truffaldino riesca a inserirsi nelle trattative.

Al di là delle inchieste, che non ci interessano poiché alle indagini pensano i magistrati, si nota come in gioco ci siano miliardi di euro, miliardi di dollari e miliardi di denaro di qualunque valuta.

E se da un lato ci sono i miliardi, dall'altro ci sono intere categorie di lavoratori che soffrono da più di anno. Viene da pensare ai lavoratori dello spettacolo (da quelli che lavorano alla realizzazione di un film a quelli che lavorano in teatro e al cinema), a quelli di piscine e palestre, a quelli di ristoranti, bar, discoteche, discobar, locali notturni, pub che da un anno hanno visto i loro affari giungere a livello del pre-fallimento (se non hanno già chiuso). Parliamo dell'indotto? Dj, pr, uomini marketing, grafici, vendita di gadgets, siti web, social media marketer. Tutti fermi e spesso senza ristori.

Montagne di denaro che non hanno prodotto nulla di stabile. I ristori non arrivano e quando arrivano non bastano. Il lavoro non si trova, affittare una casa è diventata una missione impossibile, chiedere soldi in prestito alla banca è una utopia in molti casi.




Oltre 12 mesi di fallimento su tutta la linea. Assud, e vedrete che ci daranno ragione a breve, ha sempre scritto e sostenuto che non bisognava fare lockdown, che non bisogna chiudere, che bisogna smetterla con di usare le zone colorate.
Chiudere e riaprire, abbiamo sempre sostenuto, provoca le ondate (seconda, terza, quarta) e con questa ulteriore chiusura dal 15 marzo ad aprile si prepara la strada alla quinta ondata.

L'immunizzazione della popolazione, chiudendo e riaprendo, non si raggiungerà in breve tempo. Bisogna vaccinare e bisogna riaprire: diluire i tempi di apertura non ridurli.
Consentire ai ristoranti e ai locali di aprire fino a tardi in modo da diluire la presenza degli avventori; consentire ai supermercati di aprire 24h (ove possibile) per evitare la ressa quotidiana (spesso priva di qualunque forma di controllo... andate a fare la spesa e poi mi dite); la scuola bisognava farla su due turni (duplicando le aule per dimezzare gli studenti ossia su 24 alunni: 12 al mattino e 12 al pomeriggio. I soldi pubblici potevano servire ad assumere docenti e non a comprare inutili banchi a rotelle).

Montagne di soldi spesi, talvolta, davvero male e chissà con quale idea di fondo. Banchi a rotelle... ma perché?

Bisogna riaprire tutto diluendo gli orari in modo da evitare assembramenti. E' logica: se si consente di andare solo al centro commerciale o solo in centro (per poche ore) è ovvio e banale che tantissime persone si riverseranno in quei luoghi.
Aprire tutto, come accade durante l'influenza (nel 2017-2018 alla 2 settimana ci fu un picco di 1474 casi ogni 100.000 abitanti e nessun lockdown nonostante morti e ricoveri ospedalieri), è la soluzione.

Continuare a ripetere "chiudere tutto, lockdown" non è una soluzione.
Dopo un anno vuol dire che non si sa cosa fare, che non ci sono idee, che non ci sono strategie, che non c'è il coraggio.

Dal premier Draghi ci si aspettava un grande cambiamento ma non c'è stato. Era necessario fare un rimpasto nei ministeri e cambiare rotta. Niente.

In molti Paesi si convive con il virus e con chiusure molto limitate. Perché in Italia non si può?

Quello al Lavoro è un diritto tutelato dalla Costituzione: continuare con le chiusure non è più accettabile anche perché si sono dimostrate una scelta fallimentare.

Staff


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