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Nel dibattito pubblico e nel racconto giornalistico, il linguaggio è tutto. Quando si tratta di ebrei, la terminologia non è solo una questione di precisione: è un atto di rispetto, una forma di responsabilità.Troppo spesso, anche su grandi media da cui ci si aspetterebbe un più precisione, termini come “ebreo”, “sionista”, “ortodosso” o “israeliano” vengono usati come sinonimi, confusi o, peggio ancora, fusi in un miscuglio impreciso che alimenta stereotipi e disinformazione.
Proviamo a fare chiarezza.
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