Vicenza - Flash mob a sostegno delle Forze dell'Ordine
VICENZA - Centinaia di persone hanno dato vita, sabato 29 agosto alle 11, nel capoluogo berico ad un flash mob a sostegno delle Forze dell'Ordine e, in particolar modo della Polizia, dopo la vicenda che ha avuto come protagonisti un poliziotto e un ragazzo di origine cubana.
Vicenza che ha avuto clamore nazionale e che qualcuno ha cercato, ingenuamente, di presentare come un caso Floyd italiano. Nulla di più dilettantesco sul fronte giornalistico.
Una vicenda che non meritava neanche clamore se non, appunto, per la strumentalizzazione del "razzismo" che qualcuno cerca di infilare ovunque anche quando non se ne vede traccia. Come nella vicenda vicentina.
Al di là della vicenda che avrà la sua storia giudiziaria - che noi non seguiremo perché veramente poco interessante - c'è da dire solo una cosa: ad un controllo di Polizia se vi chiedono i documenti, come è normale che accada, consegnateli. Basta poco, è una cosa normale, non accade niente. Fa parte del lavoro di routine.
Il baillame mediatico, invece, ha fatto sì che persone come Valter Dalla Bona, Mirko Lavarda e tanti altri decidessero di portare in piazza una parte della città a sostegno delle Forze dell'Ordine. Evidentemente, in città, si sentiva l'esigenza di far sentire solidarietà e vicinanza a chi, in divisa, ha giurato fedeltà ai valori dello Stato.
Una manifestazione, quella vicentina, nonostante la presenza di esponenti politici riconducibili al centrodestra, che non ha mostrato forme e simboli di appartenenza partitica. Del resto le Forze dell'Ordine non hanno tessere di partito. Ognuno, tolta la divisa, può avere le proprie idee. Niente di più normale.
Rimane un pensiero per i giovani che stanno crescendo a suon di social network, reality show e videogames. La famiglia deve recuperare un ruolo educativo fondamentale. I giovani devono avere dei valori e devono rispettarli.
In questo anche la Scuola deve fare la sua parte e insegnare ai giovani diritti, doveri e valori.
Staff