Un grandissimo linguista, filosofo del linguaggio e docente. L'Italia migliore se ne sta andando lasciandoci una pseudo-cultura fondata sulla televisione. Addio al grande professore Tullio De Mauro.
E' morto a 84 anni Tullio Mauro, uno dei più grandi e riconosciuti uomini di cultura in Italia. Una perdita indescrivibile che getta nella tristezza e nell'inquietudine chiunque abbia conosciuto i lavori di De Mauro e la sua attività di linguista e filosofo del linguaggio. Celebre docente universitario di Linguistica generale con particolare riferimento all'evoluzione della lingua nella società. Era nato a Torre Annunziata (Napoli) nel 1932. Era un grande uomo del Sud.
Pregevole la sua Storia linguistica dell'Italia Unita (1963, edizione aggiornata 2016) e di opere come (Guida all'uso delle parole, 1980; Minisemantica dei linguaggi non-verbali e delle lingue, 1982; Ai margini del linguaggio, 1984), Lessico di frequenza dell'italiano parlato 1993, in collaborazione), Capire le parole (1994), Idee per il governo: la scuola (1995), Linguistica elementare (1998).
Successivamente ha pubblicato Prima lezione sul linguaggio (2002), La fabbrica delle parole (2005), Parole di giorni lontani (2006), Lezioni di linguistica teorica (2008), In principio c'era la parola? (2009), Parole di giorni un po' meno lontani (2012), La lingua batte dove il dente duole (con A. Camilleri, 2013) e In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (2014). Ha anche curato il DAIC. Dizionario avanzato dell'italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con M. Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con M. Mancini, 2001).
Fu anche ministro della Pubblica Istruzione durante il governo Amato (2000-2001) nonché Presidente della Fondazione Bellonci (organizza il premio letterario Strega).
E' stato anche presidente dell'associazione "Senso Comune", di cui chi scrive è socio, che si prefigge come scopo quello di creare una base di conoscenza della lingua italiana attraverso il web.
Insieme a quella di Umberto Eco è sicuramente una grande perdita per la cultura italiana ormai appannaggio di personaggi da salotti tv e non di studiosi.
G.B.F.
Foto: fonte Google Images (non indicato l'autore)