Ci sono i supermercati e ci sono gli hard discount. Questi ultimi propongono i prodotti direttamente dai cartoni. Prodotti a basso prezzo, talvolta di qualità non eccelsa. A volte, raramente, ci sono anche prodotti di qualità.
Ecco. La musica (leggera? Come definirla?) di oggi è così.
Da qualche anno mi sto sforzando di ascoltare le "giovani promesse" della musica e mi vien da dire che si tratta di prodotti scadenti. Di quelli che rimangono sugli scaffali dei supermercati perché nessuno li compra.
Band composte da giovani che non sanno scrivere una frase in modo corretto. Testi di canzoni che sembrano le filastrocche per bambini eppure vedi questi cantanti atteggiarsi a duri come se fossero uomini vissuti. Leggi quelle rarissime interviste che fanno loro e non puoi fare a meno di sorridere per le castronerie e le sciocchezze che ti tocca leggere.
Tutti superstar, tutti ragazzi o ragazze "alfa" che a ben guardare sembrano più degli sfigati che stanno in tv. Del resto la tv è, ormai, per sfigati. Chi guarda la tv merita compassione.
E ci tocca così ascoltare canzoni - si deve chiamarle "canzoni"? Davvero? - che nulla hanno di musicale ed i cui testi fanno impallidire il più scadente dei rimatori. Roba da regalare a questi giovani "artisti" - artisti? - un dizionario e un rimario (si esistono i rimari ma loro probabilmente non sanno neanche leggere).
Questi sottoprodotti pseudoculturali hanno il pubblico che meritano. Da quanto tempo non entrate in una scuola superiore? Possiamo garantirvi che, al giorno d'oggi, ci sono ragazzi delle scuole superiori che leggono come i bambini delle scuole elementari se non peggio. Colpa della tecnologia che li ha resi ebeti e ignoranti. Probabilmente sono solo ignoranti e si pascono della loro mediocrità.
Del resto se le case discografiche producono cantanti discutibili allora significa che questi hanno un pubblico discutibile. Non ci sono dubbi. Ai discografici interessa il guadagno e se il pubblico gradisce allora producono.
Ognuno è libero di accontentarsi dei prodotti che compra e di considerarli anche di buona qualità. Il gusto, alla fine, la cultura in realtà, di ognuno di noi è molto differente e può darsi che quelli che i giovani considerano prodotti di qualità - in fondo - non siano poi così buoni. Ognuno ha ciò che merita.
Godeteveli che tra un paio d'anni, della maggior parte di loro, non si ricorderà più nessuno. Qualcuno, maturando e studiando (già, bisogna studiare), potrà rimanere in sella.
Ovviamente ci sono tantissimi giovani che studiano musica davvero, che hanno talento, che non cercano a tutti i costi il passaggio televisivo e i 15 minuti di notorietà. Ovvio che queste riflessioni non si riferissero a loro che meritano stima e sostegno.
Staff