I big del web si sono ammalati di potere. Censurare Trump non spetta nè a Facebook nè a Twitter. A bloccare Trump, come atto politico, deve essere il Congresso americano.
Trump, come tutti noi, ha diritto di parola, diritto di esprimere le proprie idee, diritto alla libertà di espressione e di pensiero. Sebbene spesso dica castronerie e i suoi tweet siano piuttosto violenti, Trump ha diritto di parola.
Non siamo dei sostenitori di Trump ma difendiamo la sua libertà perché è anche la nostra. A differenza di tanti media che si sono subito accodati ai social e al coro dei nuovi vincitori.
A censurarlo deve essere il Congresso americano e non il proprietario di una piattaforma web che si arroga il diritto di censurare un Presidente degli Stati Uniti a pochi giorni dalla fine del suo mandato. Trump è sempre stato un personaggio controverso e politicamente scorretto.
Facebook e Twitter perché non l'hanno censurato prima? Semplice: avevano paura di ritorsioni da un uomo potente.
Adesso che Trump è alla fine di tutto e si avvia verso un percorso in cui sarà bersaglio politico di molti, anche i social network diventano antidemocratici.
La Democrazia degli Stati Uniti è gravemente ammalata. Ormai chiunque può censurare se non "tappare" la bocca a chi non piace, a chi è scomodo.
Forse quella "Democrazia" rimane nei libri di Alexis de Tocqueville ma, nella vita reale di quel Paese, non c'è da tempo.
Facebook e Twitter hanno sbagliato. Potevano dare una lezione di Democrazia ma hanno scelto la censura che è l'anticamera della dittatura. Grave errore, l'ennesimo dei big del web.
Chi si credono di essere i signori del web? Proprio loro dovrebbero dare esempio di democrazia e non diventare dei piccoli tiranni. Si sta perdendo il senso della misura e nessuno sa più quale sia il proprio ruolo nella società.
Staff