Attentato a Rouen: prete ucciso da militanti Isis
L'Isis sempre più in difficoltà continua a compiere omicidi efferati in Francia nel tentativo di scatenare la reazione di Hollande e dei paesi occidentali. E dietro ciò c'è una strategia precisa.
ROUEN (Francia). Questa volta a morire per mano dei soliti macellai affiliati all'Isis è un parroco di 84 anni che è stato sgozzato da due francesi (di origine straniera) che avevano aderito all'inesistente Califfato.
Alcune suore che erano state prese in ostaggio sono state liberate da un blitz delle teste di cuoio. I due attentatori sono stati uccisi.
Entrambi avevano tentato di arruolarsi nel Daesh (l'Isis) in Siria. Uno era schedato ed era considerato tra quelli pronti a colpire. Ancora una grave falla (come a Nizza) nella sicurezza francese. Cazeneuve e Hollande appaiono inadeguati e per mantenere la loro posizione di potere promettono interventi militari.
L'Isis dalle stragi numerose è passato, dunque, all'omicidio fortemente simbolico: un prete sgozzato sull'altare della sua chiesa. Uccidere un prete, dunque: un rappresentante della cristianità, della cultura su cui si basa l'Europa. Non è questione di essere cattolici o atei: è stato colpito un simbolo della nostra cultura.
E perché tutto ciò? Probabilmente per fare inorridire noi europei e per scatenare una forte rappresaglia militare dell'occidente in Siria e Iraq.
A cosa servirebbe la rappresaglia militare? E' da dire come dal 2014 ad oggi l'Isis abbia perso tante importanti città e aree di Siria e Iraq. E' noto, e su questo si basa la propaganda dell'Isis, come ad ogni attacco della coalizione occidentale fasce di musulmani - che subiscono perdite causate dai bombardamenti - si avvicinano e sostengono l'Isis.
In pratica c'è da dire che sono pochi i musulmani, specie i Sunniti, che sono pro-Isis. Ogni volta che la coalizione occidentale sgancia le sue bombe su Iraq e Siria, parte dei musulmani moderati si avvicina alle posizioni del califfato che riesce a far passare l'occidente invasore (i "crociati") come invasori infedeli.
L'Isis, dunque, che non è estraneo ad attentati contro Sciiti e Azeri, cambia strategia di comunicazione in base al risultato che vuole ottenere.
Colpire un prete all'interno di una Chiesa è più un atto simbolico che suscita sdegno e voglia di rivalsa.
In questi casi bisogna fermarsi a riflettere, ad analizzare i dati. Non bisogna fare come Hollande che promette di sganciare bombe su bombe. Il rischio è quello di alimentare le fila di chi si vuole combattere.
Staff