Fernanda Pivano: il ricordo a sei anni dalla scomparsa
Il 18 agosto 2009 se ne andava la cara Fernanda Pivano. Di lei in Italia non si parla più. La Cultura è morta da un pezzo.
Sei anni fa se ne andava in punta di piedi Fernanda Pivano. La più grande e importante americanista italiana. Se ne andava in silenzio con la solita flemma e quella sua dolcezza.
Quel silenzio è rimasto tale. Di lei si parla ormai pochissimo. I media, da quel 18 agosto 2009, han dato pochissime notizie. Da alcuni anni è sparita.
Rimane un personaggio scomodo la "Nanda" perché antifascista. E un Paese fascista non riconosce i meriti ai suoi figli migliori: lo riconosce solo a chi fa parte della cerchia di amici e di amici degli amici.
Non amava l'Accademia, l'Università. E forse anche per questo pochi la ricordano. La sua libertà era quella di un ruscello che scorre lontano dalle dighe.
Proverebbe orrore, probabilmente, per come l'Italia è diventata in pochi anni. Un Paese in cui la Cultura è definitivamente morta e dove - ognuno che possa farlo per ruolo e condizione - tende a favorire amici e parenti.
I giovani, cui Fernanda pensava sempre e per i quali aveva sempre parole di speranza, sono ridotti a disoccupati senza un domani. I giovani non hanno un ruolo e non l'avranno. Gli unici giovani ad avere un futuro radioso saranno i figli di amici e di amici degli amici.
Fernanda ci ha lasciato una grande eredità: ci ha fatto conoscere le grandi idee della Beat Generation. Qui da noi sono state comprese da poche persone. Tante altre, troppe, le hanno trasformate in fenomeni di moda dopo averle svuotate del loro significato più importante.
Lei, a casa, non aveva la televisione. Leggeva.
Spegnetela anche voi. E' solo fuffa.
Leggete.
G.B.F.