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Putin disprezza il proprio popolo: chi protesta contro la guerra viene arrestato e condotto direttamente all'ufficio di reclutamento. Uffici a cui i contrari alla guerra danno fuoco. I riservisti cercano di scappare fuori dalla Russia.






Putin, da dittatore quale è, non si smentisce: chi viene arrestato per le proteste in strada contro la guerra viene condotto agli uffici di reclutamento per essere inviato in Donbass insieme ai riservisti.

Il dittatore, che sta perdendo la guerra in Ucraina e che ha ormai perso la faccia di fronte alla Storia, non ha alcun rispetto per il proprio popolo che deve soltanto ubbidire.




Uffici di reclutamento che la gente, stanca della guerra e impaurita dalla chiamata dei riserviti (il che indica che l'operazione speciale di Putin è un fallimento), ha cominciato a bersagliare con bottiglie incendiare: uno è stato incendiato a Novgorod ed uno a San Pietroburgo. Altri, probabilmente, lo sono stati ma le informazioni che arrivano dalla Russia sono sempre poche.

Si sa, però, che i russi hanno cominciato a protestare anche sui social network.
Il muro di silenzio - imposto ai russi da Putin e dal regime con il terrore - si sta sgretolando e questo indica che il consenso del dittatore è un consenso di facciata costruito sulla paura e sull'eliminazione sistematica di chi non la pensa come lui.




I riservisti (ne sono stati chiamati 300.000 ma si punta sembrerebbe a 1 milione), intanto, continuano a scappare dalla Russia. Se i biglietti aerei sono stati esauriti in breve tempo si registra la fuga via strada.
Lettonia ed Estonia non accettano disertori russi per motivi di sicurezza interna. La Germania, invece, è disposta ad accoglierli dopo severi controlli come suggerito dall'Europa.

La Finlandia è la meta più ambita. I disertori russi - altro che grande armata rossa - scappano anche verso la Mongolia, il Kazakhstan e la Georgia. Verso quei paesi che, insomma, non hanno sospeso i visti di ingresso ai russi.

Nessuno stato dovrebbe accettare i disertori russi: sono gli stessi che fino a due giorni fa esaltavano Putin e la sua folle guerra contro l'Ucraina nonché il genocidio del fiero popolo ucraino.

Il dubbio di molti, in Italia, è sempre lo stesso: cosa vedevano in Putin certi nostri esponenti politici che lo esaltavano tanto da considerarlo un grandissimo amico e un grandissimo statista?
Se questi politici sono stati così tanto miopi, saranno in grado di governare l'Italia?

Staff





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