Cominciamo in modo brusco così da mettere subito in chiaro le cose. E dopo vi raccontiamo.
Legge n° 547 del 1993 - Capo III del titolo XII del codice penale (inviolabilità del domicilio)
Art.615-ter (Accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico).
Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni.
Sfruttare, insomma, senza autorizzazione la connessione del vicino di casa, poiché abbiamo ricavato la password in qualche modo (sia cifratura WEP (Wired Equivalent Privacy) o WPA (Wi-Fi Protected Access)), costituisce reato.
Teoricamente anche sfruttare una rete aperta, non protetta, senza autorizzazione potrebbe comportare dei problemi: il fatto che non sia protetta non significa che la si possa usare senza chiedere il permesso.
Individuare la password del wifi di un appartamento non è molto difficile e ci sono molti tutoriali nel web che spiegano come fare. Utili nel solo caso però in cui sia il proprietario della rete a non ricordare la password di accesso.
Accedere alla rete internet del vicino, ribadiamo, è un reato. Una violazione del domicilio digitale.
Venerdì 1 dicembre 2023, dopo innumerevoli segnalazioni di rallentamenti e malfunzionamenti del wifi - all'operatore che mi fornisce il servizio - che non hanno portato a nulla, decido di smanettare un po' sul mio router mediante la sua interfaccia web. Forse è un problema interno.
Sembra tutto a posto. Clicco sull'icona network map: mostra quanti dispositivi sono collegati al wifi in tempo reale.
Ci sono sei icone ossia sei dispositivi attivi. Sei? Come sei? Se io sto usando il notebook e lo smartphone? Gli altri 4 di chi sono?
Capisco subito: qualcuno ha ricavato la mia password e sta usando la mia rete internet, senza autorizzazione, chissà da quanto tempo per collegare la smart tv, un computer e due telefoni.
Di certo, ovvio, è qualcuno del palazzo o al massimo del palazzo accanto.
La distanza coperta dal segnale non è tantissima.
Cambio la password della rete 2.4G e della 5G. Ci sono i miei due dispositivi collegati. Dopo qualche minuto diventano quattro.
Allora è sicuro: qualcuno ha un software o ha imparato a crackare le reti wifi dei vicini.
Cosa fare allora? Semplice, chiaro e lapalissiano. Fatelo anche voi.
Attivate i filtri MAC e autorizzate solo i dispositivi di vostra proprietà. La voce di riferimento, nell'interfaccia web del router, si trova sotto "Sicurezza" e poi "Filtro MAC" o qualcosa di simile.
Ogni dispositivo (telefono, smart tv, tablet, pc) ha un indirizzo MAC univoco per cui autorizzandolo siete sicuri che sarà quel dispositivo - il vostro - ad accedere ad internet.
Se non siete in grado di farlo affidatevi ad un tecnico informatico. Assud non è responsabile di ciò che fate. Noi forniamo informazioni.
Mediante l'interfaccia (potrebbe essere anche un'app) del router dovete attivare la funzionalità e poi decidere se volete autorizzare all'accesso specifici dispositivi (smart tv, smartphone, tablet, pc) oppure se volete vietare l'accesso a dispositivi che non conoscete (questa opzione costringe però a controllare spesso i dispositivi collegati).
Ovviamente ho scelto di autorizzare solo i miei dispositivi. La rete, dopo quasi un anno, è tornata stabile e la connessione non cade più. E' molto più veloce e più reattiva: segno inequivocabile che qualcuno ha usato la mia rete senza che io me ne accorgessi (fidarsi solo della password non basta più).
Come detto all'inizio l'accesso abusivo alla rete informatica è un reato. Sono andato a fare una segnalazione ai Carabinieri ma andrò a farne anche una presso la Polizia Postale. Ci sono 90 giorni di tempo per denunciare un reato.
E lo farò sicuramente perché non si sa mai quali operazioni compia online la gente (specie se usa la rete di altri).
Sporgerò una denuncia contro ignoti in autotutela anche se, questo post, vale tanto quanto.
Staff
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