Paolo Villaggio è morto il 3 luglio 2017 all'età di 84 anni. E' stato un attore, comico, sceneggiatore, doppiatore, scrittore. Per quanto geniale sia il suo rag. Fantozzi ci rifiutiamo di ricordarlo solo per questo. E non siamo tanto analfabeti da scambiare la persona con il personaggio.
Difficile scrivere articoli come questo. Paolo Villaggio, il grande Paolo Villaggio, è morto a 84 anni a Roma a causa delle complicanze di una malattia (omettiamo per rispetto).
Bravissimo attore, comico sopraffino, scrittore e autore di canzoni, doppiatore. Un artista a trecentosessanta gradi che ha lasciato il segno in ogni attività intrapresa.
Sorridiamo al pensiero che la coppia comica Paolo Villaggio e Gigi Reder si sia riunita. Fantozzi e Filini di nuovo insieme.
Inventare una maschera popolare come quella di Fantozzi è sicuramente qualcosa di geniale. Quel Fantozzi, a tratti simpatico nella sua sventura e a tratti odioso per il suo essere servile, ricorda tanti impiegati che ancora oggi si incontrano nelle aziende: leccapiedi incredibili con i padroni e arroganti quando ottengono le briciole da quegli stessi padroni e capi cui leccano i piedi in modo oltraggiosamente - per l'intelligenza media di una persona - meschina, viscida, untuosa.
Si, Fantozzi esiste: si trova in ogni azienda in cui impiegati mediocri si fregiano di titoli che non spettano loro, di impiegati incapaci che nelle firme delle loro email scrivono funzioni che non sanno gestire.
A noi, però, il binomio Villaggio-Fantozzi sta un po' stretto. Di lui ci rimangono frasi uniche e immortali: "la corazzata Kotomkin è una cagata pazzesca. Seguono 92 minuti di applausi", "frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto", "crocifisso in sala mensa", "alito come le fogne di Calcutta".
Paolo Villaggio non è Ugo Fantozzi. Bisogna imparare a distinguere la persona dal personaggio. Confondere i due è un approccio analfabeta alla vita e, a ben vedere i giornali, l'Italia di analfabeti ne ha da regalare a tutto il mondo.
Da ricordare come abbia interpretato anche ruoli per registi immortali come Lina Wertmuller, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Federico Fellini. Un attore completo e di grande bravura.
Villaggio è stato un grande e abile scrittore e paroliere: per l'amico Fabrizio De André scrisse la bella canzone "Carlo Martello". I suoi libri sono da leggere con attenzione.
Paolo Villaggio uomo - non l'attore, non il personaggio - pare fosse un po' complicato. E' risaputo che il rapporto con persone tanto intelligenti può risultare, talvolta, difficile. La genialità, per chi non è geniale, diventa complessità.
Non vogliamo entrare nei rapporti privati. A noi Paolo Villaggio piaceva anche se non sempre. Non ci piaceva Kranz, non ci piaceva Fracchia, non ci piaceva nelle apparizioni televisive degli ultimi anni. De gustibus non disputandum est.
Rimane il fatto che ci lascia un altro pezzo di storia del cinema, di storia d'Italia, della televisione di qualità.
Noi siamo sempre un po' più soli pur essendo circondati dallo squallore, dalla mediocrità e dall'ignoranza dei tanti miseri personaggi della rete e dei canali video.
G.B.F.